I cinque thailandesi rilasciati da Gaza durante il terzo cessate il fuoco tra Israele e il gruppo terroristico islamico Hamas, avvenuto il 30, hanno incontrato martedì le loro famiglie presso il centro medico Shamir, circa 15 chilometri a sud-est di Tel Aviv.
Secondo una dichiarazione ufficiale del Ministero degli Esteri israeliano e dell'Ambasciata thailandese in Israele, la visita è stata coordinata con l'obiettivo di fornire "consolazione" sia ai rimpatriati che alle loro famiglie.
I rilasciati sono: Watchara Sriaoun, Pongsak Thaenna, Sathian Suwannakham, Bannawat Seathao e Surasak Rumnao. In totale, 46 thailandesi sono stati uccisi dall'attacco di Hamas del 7 ottobre 2023, 28 sono già stati rilasciati e uno rimane prigioniero.
I cinque sono stati rilasciati insieme all'ostaggio civile israeliano Arbel Yehud, 29 anni, e ai suoi connazionali Agam Berger, 20 anni, una soldatessa, e all'anziano Gadi Moses, 80 anni.
Secondo il Ministero degli Esteri, i loro parenti sono stati trasportati in Israele in aereo e rimarranno in Israele finché non sarà possibile per motivi medici far ritorno in Thailandia agli ex ostaggi.
"Giovedì scorso Israele è stato felicissimo di vedere che gli ostaggi thailandesi erano stati rilasciati, dopo essere stati tenuti in crudele prigionia a Gaza. "Auguro a loro e alle loro famiglie una buona vita, salute e libertà", ha affermato giovedì il ministro degli Esteri Gideon Saar.
Nessuno di loro figura nell'elenco delle 33 persone che dovevano essere rilasciate durante la prima fase dell'accordo di cessate il fuoco, in cui la priorità era data alle donne (civili e militari), ai bambini, ai malati e agli uomini di età superiore ai 50 anni.
I thailandesi costituiscono uno dei gruppi più numerosi di lavoratori migranti in Israele; molti di loro lavorano nelle fattorie e nei kibbutz vicino al confine di Gaza, dove sono stati colti di sorpresa dal sanguinoso attacco di Hamas.
Le agenzie hanno contribuito a questo articolo di Aurora